Nel capitolo dedicato ai protagonisti ho esaminato, il più analiticamente possibile, ciascuna Maschera tradizionale del Carnevale di Comelico Superiore. Si è così delineato un quadro sufficientemente chiaro delle caratteristiche di ogni singola figura.
In questo capitolo, invece mi propongo di analizzare la struttura carnevalesca nel suo complesso ed i rapporti reciproci che esistono fra le Maschere all'interno di tale struttura.
Per rendere più agevole questa analisi ho stabilito, in base alle caratteristiche delle Maschere, di distinguere le figure del Corteo in Maschere-guida e Maschere-comuni1).
Nel primo paragrafo propongo alcune considerazioni sulla Mascherata nel suo complesso e sulle sue modalità di svolgimento.
In quelli seguenti, come si vedrà, alcune riflessioni sui ruoli tradizionali e sulle caratteristiche di determinate Maschere permettono di avanzare delle ipotesi sul probabile sviluppo di alcuni elementi della struttura carnevalesca.
Si è visto che a Comelico Superiore il Carnevale non ha date fisse2) ma durante l'intero periodo carnevalesco ciascuna frazione può organizzare la propria Mascherata e portarla in visita alle frazioni vicine, le quali, a loro volta, restituiranno successivamente la visita con il proprio Corteo.
La Mascherata è dunque itinerante, lo spazio scenico in cui si svolge sono le piazze dei paesi dove hanno luogo i balli e le strade che collegano i vari centri abitati.
Gli spostamenti del Corteo tra le quattro frazioni di Comelico Superiore avvengono a piedi e durante il tragitto le Maschere mantengono lo schieramento tradizionale mentre la "Musica" suona continuamente.
Da diversi anni le Mascherate di Comelico Superiore sono richieste in visita dai paesi vicini che non hanno una propria tradizione carnevalesca; questi spostamenti avvengono con mezzi di trasporto, ma le Maschere si dispongono in Corteo molto prima di entrare nei vari centri abitati in modo da dare l'impressione di giungere a piedi.
Le Maschere di Comelico, inoltre, partecipano anche a manifestazioni folcloristiche che si svolgono in Italia e all'estero.
In paese si è molto orgogliosi di queste richieste, poiché costituiscono un riconoscimento della bellezza e del valore della tradizione carnevalesca di Comelico Superiore.
E' anche in queste occasioni che si esprime e si rafforza l'attaccamento al proprio paese.
Il fatto che ogni frazione abbia una propria Mascherata3) dà vita ad una sottintesa gara tra i diversi paesi; una sottile rivalità per chi ha il Corteo più numeroso, con Maschere più belle, con più "volti" in legno e soprattutto per chi ha i Matazìns più eleganti e sfarzosi, più ricchi ed abili nel ballo.
Oltre a ciò, ogni frazione sottolinea le differenze, spesso minime, che distinguono la propria Mascherata da quella delle altre frazioni.
C'è la tendenza, dunque, a distinguere e a considerare diverso e più originale il proprio Carnevale rispetto a quello degli altri, rivelando, in tal modo un attaccamento ancora più profondo alla propria frazione, prima ancora che all'intero Comelico Superiore, un senso di solidarietà che lega l'uno all'altro ciascun abitante della stessa frazione.
Sempre riguardo la Mascherata nel suo complesso, un altro punto su cui riflettere è la visita che il Corteo faceva nelle case.
Secondo quanto emerge dalla ricerca, le case prescelte dal Matazìn per la visita erano quelle in cui abitavano ragazze.
Si è visto anche che il Corteo era composto esclusivamente da uomini, per lo più da ragazzi del paese, poiché alle donne era rigidamente vietata la partecipazione diretta alla Mascherata4).
Le donne erano dunque escluse dal Corteo ma uno dei momenti più importanti dell'intero Carnevale era la visita del Corteo nelle case delle ragazze.
E' interessante notare ciò, perché permette di affermare che le Mascherate, dalle quali erano assenti le donne, erano in realtà rivolte alla componente femminile del paese, soprattutto alle ragazze in età da marito.
Il Carnevale rappresentava pertanto il periodo particolare in cui ai ragazzi era eccezionalmente consentito di entrare nelle case delle giovani cui facevano la corte ed offrire loro dei balli5).
Del resto, questa consuetudine da parte dei mascherati di visitare le case in cui si trovano donne è attestata per molti altri Carnevali tradizionali6).
Nel caso di Comelico Superiore, volendo, si può individuare proprio in questo aspetto, che costituisce un temporaneo e minimo allentamento delle rigide norme che tradizionalmente regolavano i rapporti tra i due sessi, quel motivo della licenza sessuale che è indicato da molti autori come una delle costanti del Carnevale ma che in Comelico non ha altri riscontri.
Attualmente il Corteo non visita più le case e la Mascherata carnevalesca ha quindi completamente perso la sua funzione di momento di corteggiamento rituale.
L'abbandono di questa usanza è spiegata in paese con la diversa struttura delle abitazioni moderne, generalmente più lussuose e curate che in passato e quindi non più adatte ad ospitare il chiassoso gruppo mascherato.
I motivi più profondi che ne sono alla base sono, però, da individuare nella scarsità di giovani in paese causata dall'emigrazione e dall'esodo nelle città, nonché nel mutamento dei costumi per cui il Carnevale non costituisce più il principale momento di incontro .
La Mascherata, pur avendo perduto nel tempo alcune funzioni proprie, ne ha peraltro assunte delle altre inserendosi nel recente processo di recupero e rivalutazione della cultura locale.
Nel capitolo precedente si è dunque visto che la Mascherata carnevalesca di Comelico Superiore è caratterizzata da alcune figure tipiche che, sia per i loro costumi sia per i ruoli svolti all'interno della struttura, ben si distinguono dalle Maschere che costituiscono, in un certo senso, il vero e proprio Corteo, cioè le Maschere "da bella" e le Maschere "da vecchia".
Le Maschere di cui mi occupo in questo paragrafo sono personaggi particolari e, proprio per il ruolo svolto all'interno della Mascherata, ho stabilito di indicarle, nel corso di questo lavoro, con il termine di Maschera-guida7): si tratta del Laké, del Matazìn e della Matazèra.
Sono Maschere fondamentali8) per la formazione del Corteo; senza di esse non potrebbe aver luogo la Mascherata.
Il costume ed il comportamento di tali figure è rigidamente fissato dalla tradizione; in tali mascheramenti l'apporto individuale è minimo in quanto ci si deve attenere strettamente ad un modello dato.
La bravura in questo caso consiste nella realizzazione accurata di un personaggio i cui caratteri sono previsti dalla tradizione fin nei minimi particolari. Come ho detto, in questa parte mi propongo di analizzare i rapporti reciproci di queste Maschere all'interno della struttura carnevalesca.
Innanzitutto prenderò in esame la figura del Laké e del Matazìn, tralasciando per il momento la Matazèra.
Come si e visto sia il Laké sia il Matazìn sono Maschere prestigiose, raffinate e gentili; il loro modo di agire è elegante e composto. Questo loro carattere straordinario e fuori del comune è espresso oltre che dalla ricchezza del costume, anche dal loro particolare modo di procedere.
Il Matazìn compare nelle Mascherate di tutte le frazioni ed ovunque presenta le stesse caratteristiche.
Il Matazìn è la Maschera-guida per eccellenza; è alla testa del Corteo mascherato e precede di poco i musicisti. E' il responsabile del Corteo, decide quale tragitto percorrere e quali case visitare9); in quanto responsabile delle altre Maschere, prima di entrare chiede il permesso a nome di tutto il Corteo.
Sono questi i compiti tradizionali del Matazìn e quelli che vengono riferiti dagli informatori.
A Padola e Dosoledo, oltre al Matazìn vi è un altro personaggio prestigioso, il Laké, identico nel costume al Matazìn, ma distinto da questi perché il suo compito è quello di annunciare l'arrivo delle Maschere: apre la strada e prepara il pubblico ad accogliere le Maschere; è dunque il servitore del Corteo.
Il Laké infatti procede sempre un po' più avanti del Matazìn e poco prima che il Corteo arrivi sulla piazza, si stacca dalla testa del Corteo e di corsa arriva per primo sulla piazza, fa un giro e poi torna indietro vicino al Matazìn.
E' proprio questa azione, e il fatto che sia sempre più avanti, che caratterizza il Laké e permette di distinguere questa Maschera da quella del Matazìn alla quale, per tutto il resto, assomiglia moltissimo come ho più volte sottolineato.
La somiglianza tra le due Maschere è talmente forte che gli abitanti di Comelico, soprattutto quelli delle frazioni dove il Laké non è presente, tendono a confondere i due personaggi spesso considerando il Laké solo un altro termine per indicare uno dei due Matazìns.
Tra i locali cioè non si ha più piena coscienza delle diverse funzioni del Laké e del Matazìn, bensì si tende ad accomunare le due Maschere; più che la diversità si vede la somiglianza determinata dal costume e dal carattere generale delle due Maschere. Osservando attentamente la Mascherata di Candide, che ormai sappiamo presenta solo i Matazìns, ho notato che poco prima che il Corteo giungesse sulla piazza, uno dei Matazìns si è staccato dall'altro e correndo è arrivato per primo sulla piazza: si è comportato, cioè, esattamente come un Laké.
Questa osservazione, la riflessione sulla confusione o comunque scarsa distinzione che esiste nei locali tra il Laké ed il Matazìn e la grande somiglianza tra queste due figure, mi suggerisce un'ipotesi sul possibile sviluppo di queste due Maschere.
Ipotizzo cioè che in passato in ogni frazione fosse presente sia il Laké sia il Matazìn: il Laké aveva il compito di annunciare il Corteo, di aprirgli la strada mentre il Matazìn, o più di uno, rimaneva alla testa del Corteo e ne era il responsabile.
C'era dunque una Maschera che aveva il ruolo di servitore del Corteo mentre il Matazìn era la vera e propria Maschera-guida; situazione che attualmente si ritrova a Dosoledo e Padola.
Doveva trattarsi comunque di Maschere molto simili, non contrapposte, i cui caratteri principali erano la raffinatezza e la signorilità.
Proprio tale identità di tratti può aver favorito una progressiva assimilazione del Laké da parte del Matazìn. L'assorbimento del Laké è potuto avvenire in quanto le due Maschere risultavano praticamente uguali, come è testimoniato dall'attuale situazione di Dosoledo e Padola.
Lentamente cioè si è andata sempre più perdendo la distinzione tra i ruoli delle due Maschere e si è creata una confusione tra Laké e Matazìn forse anche favorita dal fatto che spesso, tra una Mascherata e l'altra, ci possono essere dei lunghi intervalli.
Nelle Mascherate di Candide e Casamazzagno il Laké, come personaggio distinto dal Matazìn e con un proprio nome, è sparito ma la sua funzione di annunciare il Corteo si è mantenuta in uno dei Matazìns.
Dai due tipi di Maschera-guida si è passati, così solo ad uno.
Questa trasformazione può spiegare anche il motivo per cui in ogni Corteo ci devono essere sempre almeno due Matazìns: uno per rimanere sempre vicino al Corteo, l'altro per muoversi più liberamente e precedere l'arrivo della Mascherata.
A Dosoledo e Padola, invece, il Laké è rimasto come personaggio distinto dal Matazìn anche se, come si è più volte detto, le due Maschere sono praticamente uguali, tanto che si ricorre ad alcuni piccoli particolari per distinguere l'uno dall'altro10).
Anche qui, si sottolinea in paese, ci devono essere sempre almeno un Laké ed un Matazìn che corrispondono alla coppia dei due Matazìns delle altre frazioni.
Ci si può chiedere come mai, se l'ipotesi che ho formulato è esatta, a Dosoledo e Padola sia rimasto il Laké, mentre ciò non è avvenuto nelle altre due frazioni. Per Dosoledo questo è spiegabile con il fatto che la Mascherata ha luogo ogni anno ed è quindi più difficile dimenticare una figura nell'intervallo di un solo anno.
Per Padola la situazione è più difficile in quanto qui la Mascherata non ha luogo tutti gli anni; potrebbe darsi che Padola sia stata influenzata da Dosoledo trovandosi più vicina a questa frazione che non alle altre.
A conferma che per Padola potrebbe trattarsi di influsso di Dosoledo, vorrei riportare una mia esperienza: parlando con gli abitanti di Candide, Casamazzagno e Dosoledo mi è sempre stato detto che il Laké era solo a Dosoledo. Solo successivamente, recandomi a Padola, ho scoperto che il Laké era presente anche in questa frazione; a Comelico Superiore, cioè, il Laké è considerata una Maschera tipica della frazione di Dosoledo.
Vorrei soffermarmi ora su un altro tratto caratteristico del Laké e del Matazìn.
Il loro costume in passato era ottenuto con il concorso di tutto il paese; soprattutto le donne prestavano i loro gioielli, fazzoletti e nastri. Dunque la preparazione del vestito di queste Maschere rappresentava uno sforzo collettivo; tutta la frazione, comprese le donne che erano escluse dalla Mascherata, partecipava alla realizzazione del costume e contribuiva così a rendere le proprie Maschere più belle di quelle degli altri paesi.
Ci sono due considerazioni da fare a questo proposito.
La prima è a proposito della perdita di questo carattere di partecipazione collettiva al costume; attualmente, si è visto, non si ricorre più al prestito e la preparazione dell'abito, in un certo senso, è divenuto un fatto privato tra l'attore e chi prepara il vestito, alle cui spalle vi è sovente un aiuto del Comitato turistico.
Nonostante ciò, in ogni frazione è sempre presente l'orgoglio per il proprio Matazìn (e Laké dove presente) e si spera ogni volta di veder realizzato un costume più bello e più ricco di quello delle altre frazioni.
La seconda riflessione riguarda il carattere ambiguo di questi costumi, composti in parte da elementi dell'abbigliamento maschile e in parte di quello femminile11).
Il Laké ed il Matazìn risultano pertanto Maschere prive di una precisa caratterizzazione sessuale e ciò è tanto più evidente in quanto sono alla guida di un Corteo composto da Maschere che sfilano a coppie, chiaramente identificabili come un uomo e una donna12), rappresentanti presumibilmente un marito e una moglie.
Se pensiamo che gli attori che impersonavano il Laké ad il Matazìn erano in passato giovani, forse celibi, appare evidente come nella struttura tradizionale la Mascherata presentasse un Corteo costituito da Maschere rappresentanti un uomo e una donna riuniti a coppie in altri termini la cellula della vita sociale- alla cui guida erano delle Maschere singole impersonate da attori giovani.
La società, cioè, a Carnevale era guidata dai giovani maschi a conferma dell'importanza, sottolineata da più autori, che tale gruppo di età rivestiva nelle società tradizionali13).
A tale proposito voglio sottolineare nuovamente che a Comelico Superiore il Laké ed il Matazìn, durante il Carnevale prendevano parte ai matrimoni, accompagnando il corteo nuziale.
Dunque, anche a Comelico Superiore i giovani maschi della comunità avevano un ruolo nelle cerimonie nuziali così come è attestato per altre località14).
Come risulta evidente dalla descrizione che ho riportato del Carnevale, attualmente questo significato più profondo, e cioè il ruolo svolto dai giovani maschi, impersonanti il Laké ed il Matazìn, si è completamente perso e nessuno, tanto meno gli attori, hanno più coscienza di ciò.
E' sintomatico a questo proposito il caso dell'innovazione della Matazina.
Tale inserimento è stato possibile proprio perché si era persa coscienza dell'originario significato delle Maschere-guida.
Infatti con la Matazina, che come ho già riferito è sempre impersonata da una donna, si è voluta creare la figura femminile del Matazìn.
Tale inserimento ha stravolto la struttura originale poiché ha creato, anche al livello delle Maschere-guida, una coppia uomo-donna; si è creata cioè una situazione simile a quella delle Maschere-comuni mentre, in precedenza, la struttura era caratterizzata dal contrasto tra le Maschere del Corteo riunite a coppia e le figure singole delle Maschere-guida, vagamente ambigue ed impersonate da giovani maschi.
Può darsi che l'innovazione della Matazina sia dovuta all'ingresso delle donne nel Corteo carnevalesco; potrebbe anche darsi che tale Maschera sia stata inserita poiché non si comprendeva più il motivo per cui il Matazìn, essendo la guida delle "Coppie", dovesse essere una figura singola.
Tali ipotesi potrebbero anche essere collegate e valide contemporaneamente; è chiaro però che la Matazina ha avuto origine solo nel momento in cui non aveva più valore il significato originario della Maschera-guida.
Si è visto che la Matazèra ha un'origine nota e che il motivo della sua comparsa è stato quello di creare una Maschera-guida per le "Coppie da vecchia".
Ciò porta ad alcune riflessioni che riguardano l'intera struttura della Mascherata.
Innanzitutto il fatto che si sia sentita la necessità di creare una guida per le Maschere "da vecchia" denuncia chiaramente che il Matazìn non era più sentito come una Maschera-guida per il Corteo nel suo complesso, bensì solo per il gruppo delle "Coppie da bella".
Il Matazìn cioè, dimenticato il suo carattere di Maschera particolare impersonata da un giovane che si pone a capo dell'intero Corteo, è stato considerato unicamente in base alla raffinatezza e bellezza del suo costume ed al suo comportamento elegante e composto. Questi caratteri hanno fatto si che venisse sempre più avvicinato alle "Coppie da bella" è considerato la Maschera "da bella" per eccellenza, quindi il rappresentante di questo gruppo; risultava pertanto in stridente contrasto con le "Coppie da vecchia" di cui non poteva essere la guida.
Le Maschere "da vecchia", così rimanevano senza guida e a ciò si è provveduto creando la Matazèra.
Anche la Matazèra, dunque, è una Maschera-guida ed è stata creata ispirandosi al Matazìn.
Come tale ha diversi punti di contatto con questi, primo fra tutti, il caratteristico modo di procedere: anche la Matazèra si muove sempre a passo di danza o saltellando al ritmo della stessa musica del Matazìn. Inoltre la Matazèra ha un comportamento distinto, possiamo dire elegante, ed è un personaggio gentile: offre caramelline contenute nel tostacaffè che porta con sé.
La Matazèra è, a suo modo, una Maschera ricercata ma tale ricercatezza è tutta volta a contrapporre questa figura a quella del Matazìn. Deve rappresentare la controparte del Matazìn e tutto quello che compone il suo costume è funzionale a ciò; tutti gli elementi corrispondono puntualmente a quelli del Matazìn rappresentandone, però, l'esatta controparte povera, ordinaria e dimessa.
La Matazèra è la Maschera che guida le "Coppie da vecchia'' ma non riflette il carattere attuale di queste Maschere; non ha seguito, cioè, la trasformazione subita da questo gruppo.
Non è assolutamente una Maschera che in qualche modo rappresenta la vita locale di un tempo; unico elemento vecchio, infatti, è il tostacaffè che non sempre, tra l'altro, è presente.
Sembra esprimere in pieno, piuttosto, quello che in passato doveva essere il carattere proprio delle Maschere "da vecchia", cioè la rappresentazione di ciò che è consunto, povero ed ordinario.
La Matazèra è dunque una controparte negativa, ma solo parziale, del Matazìn.
In altri Carnevali dell'arco alpino si trovano spesso figure che sono indicate come controparte negativa dl una Maschera bella e raffinata. Per lo più si tratta di controparti che possono definirsi complete anche se non mancano casi che possono ricordare la Matazèra.
E' da notare che con l'introduzione della Matazèra si è riproposto anche a livello delle Maschere-guida il contrasto che precedentemente era a livello delle Maschere comuni; anche se, in questo caso, la contrapposizione, come ho sottolineato, riguarda solo l'aspetto estetico e non ha implicazioni sul piano comportamentale e gestuale come invece tra le Maschere "da bella" e "da vecchia".
Vorrei ancora sottolineare che questa contrapposizione tra Matazìn e Matazèra ripropone quello che in passato doveva essere l'originario contrasto tra le "Coppie" e non quello che esiste attualmente.
Infatti la Matazèra, come ho detto più sopra, non presenta i caratteri attuali delle Maschere "da vecchia", cioè il suo costume non è funzionale ad una rievocazione della vita locale del passato bensì, ogni elemento che lo compone è funzionale alla contrapposizione con il Matazìn. Quindi il contrasto è tra il Matazìn, considerato la Maschera "da bella" per eccellenza, sfarzosa, raffinata e fuori del comune e la Matazèra, il suo opposto, e quindi povera, consunta ed ordinaria.
La comparsa della Matazèra nella Mascherata di Comelico Superiore suggerisce ancora un'altra riflessione; il fatto che si sia sentita la necessità di creare una Maschera ben caratterizzata, con lo scopo specifico di guidare le Maschere "da vecchia", e che tale Maschera sia diventata fondamentale nel Corteo attuale15), dimostra come la struttura del Corteo, basata sulla contrapposizione dei due gruppi di Maschere, non abbia perso di vigore, anzi, sia ben presente agli abitanti di Comelico Superiore nonostante le trasformazioni subite16).
La Maschera della Matazèra è un'innovazione ed il suo inserimento ha modificato la struttura precedente17).
Da quanto ho esposto fino ad ora, risulta evidente come la Mascherata, precedentemente all'introduzione della Matazèra, presentasse una struttura che possiamo chiamare a triangolo: la base, formata dai due gruppi di Maschere contrapposte, ed al vertice le Maschere-guida (Laké e Matazìn o anche solo Matazìns)18).
Tale struttura è ancora presente nella frazione di Casamazzagno che non ha accettato l'innovazione della Matazèra.
E' invece scomparsa nelle altre tre frazioni dove, con la Matazèra, si è venuta a creare una struttura parallela, caratterizzata dai due gruppi di Maschere-comuni, ognuno con la propria guida: le "Coppie da bella" con il Matazìn (dove presente anche il Laké) il quale, perdute quasi completamente le funzioni che lo caratterizzavano come guida del Corteo nel suo complesso19), è stato progressivamente interpretato come la Maschera "da bella" per eccellenza.
Le "Coppie da vecchia" con la loro nuova guida, la Matazèra, che agisce come le altre Maschere-guida ma la cui caratteristica più evidente è il costume, il quale costituisce l'esatta controparte povera e sciatta di quello del Matazìn.
Si è visto che a Comelico Superiore le Maschere che compongono il Corteo sono distinte in due grandi categorie: le "Maskri da bela" e le "Maskri da véča". Ad eccezione delle Maschere-guida e dei Pagliacci, tutte le Maschere appartengono all'una o all'altra categoria e, attualmente, non ci sono mascheramenti al di fuori di tale struttura20). Queste Maschere, nel loro complesso, costituiscono in un certo senso il Corteo vero e proprio e sono ben distinte dalle altre Maschere tipiche del Carnevale comelicese.
Per distinguere queste Maschere da quelle che indico come Maschere-guida, ho stabilito di usare il termine di Maschere comuni21).
I due gruppi sfilano assieme nel Corteo, sebbene ad una certa distanza l'uno dall'altro. In tal modo le caratteristiche proprie di ciascun gruppo vengono sottolineate per contrasto.
Ho già riferito come all'interno di questa struttura siano avvenuti dei cambiamenti ed il contrasto "da bella" - "da vecchia" non sia più quello che era in passato.
Una volta le caratteristiche dei due gruppi erano date soprattutto dagli abiti e dalle maschere sul viso.
Le Maschere "da bella", con i loro abiti ottenuti con elementi dei vestiti della festa e con le maschere rappresentanti delicati volti giovanili, esprimevano un ideale di eleganza, di raffinatezza, di giovanile bellezza e vigore.
Al contrario le Maschere "da vecchia", con gli abiti da lavoro lisi e con i "volti" rappresentanti visi di vecchi spesso deformi a causa dell'età, volevano rappresentare tutto ciò che è ordinario, legato alla fatica del lavoro quotidiano che fiacca le forze e mina il fisico.
L'opposizione era dunque tra ciò che è fuori del comune, elegante e bello e ciò che invece è legato alla vita di tutti i giorni.
Tale contrasto non era limitato solo a livello visivo ma determinava anche tutti gli aspetti del comportamento dei mascherati. A quanto risulta, inoltre, i due gruppi non dovevano avere rapporti tra di loro.
Le Maschere "da bella" avevano un comportamento elegante e stilizzato mentre quelle "da vecchia" erano portatrici di una gestualità più casuale, goffa e trasandata.
Il Mascheramento "da vecchia" comportava, quindi, un atteggiamento più sciolto, meno controllato e, pertanto, doveva anche essere sentito come più divertente in quanto meno vincolato ad una stilizzazione. In altri termini lasciava più libera la fantasia individuale.
Nel corso del tempo, però, all'interno di tale struttura si sono verificate delle trasformazioni pur rimanendo presente la dicotomia tra le due categorie di Maschere.
Si è visto infatti che le Maschere "da bella" in senso tradizionale sono scomparse: in questo gruppo attualmente non esistono più unicamente Maschere belle ottenute con elementi dei vestiti festivi, bensì questo è divenuto il gruppo dei Mascheramenti moderni, di quelli cioè che possono ritrovarsi in qualsiasi altro Carnevale attuale e che non hanno più alcuna caratterizzazione locale.
Non per questo, però, è scomparsa la categoria delle Maschere "da bella"; per i locali il Corteo è sempre costituito dalle Maschere "da bella" e da quelle "da vecchia" e, al di fuori di tali gruppi, non esistono mascheramenti. Semplicemente nel gruppo "da bella" sono raccolte tutte quelle Maschere che non hanno le caratteristiche necessarie per appartenere al gruppo contrapposto.
Inoltre la scomparsa delle Maschere "da bella" in senso tradizionale, non significa che non sia più chiara e presente a tutti la differenza tra i due gruppi. Al contrario le Maschere "da bella", almeno in teoria, devono sempre mantenere un comportamento adeguato alla loro categoria e, quindi, elegante, composto, stilizzato e non avere contatti con l'altro gruppo.
Le Maschere "da vecchia" sembrano aver mantenuto nel tempo i loro tratti caratteristici; anche in questo caso sono intervenute però delle trasformazioni.
Piuttosto che di perdita delle caratteristiche tradizionali, come è avvenuto nel caso delle Maschere "da bella", qui si può parlare di una trasformazione del loro significato.
In altri termini a Comelico Superiore, a partire dalla struttura che oppone due gruppi di Maschere distinte e che secondo le ricerche più recenti risulta essere presente in molti Carnevali dell'arco alpino, si è avuto uno sviluppo particolare di tale Organizzazione che ha comportato una rifunzionalizzazione del contrasto tradizionale.
Le Maschere "da vecchia", che si è visto erano caratterizzate da un abbigliamento ordinario e povero ed avevano oggetti quotidiani ed attrezzi da lavoro, hanno continuato ad essere così caratterizzate. Ma questi elementi quotidiani, che in passato erano unicamente funzionali a contrapporre questo gruppo a quello raffinato e fuori del comune delle Maschere "da bella", hanno mutato il loro significato.
Sono rimasti sempre oggetti quotidiani ma, man mano, sono divenuti gli oggetti quotidiani della realtà locale tradizionale, della vita cioè che si svolgeva un tempo a Comelico Superiore.
Si è visto che gli abiti usati nelle Mascherate dal gruppo "da vecchia" sono per lo più, i vecchi abiti che erano indossati tutti i giorni in paese per il lavoro e per le attività quotidiane. Anche gli oggetti e gli attrezzi sono quelli legati ai lavori che sono stati alla base della vita economica del passato. Le nuove attività non vengono rappresentate.
Non credo che questo mantenimento delle antiche caratteristiche del gruppo "da vecchia" sia spiegabile considerandolo semplicemente una meccanica ripetizione della tradizione.
Una spiegazione così semplicistica non ritengo possa essere valida in quanto i Comelicesi hanno modificato più di un elemento del loro Carnevale, dimostrando, così, di avere con la propria tradizione un rapporto piuttosto elastico che permette loro di intervenire nella struttura e modificarla a proprio piacimento. Ma, soprattutto non può essere valida perché ho notato la precisa volontà, nella maggior parte degli abitanti, di continuare a caratterizzare le Maschere "da vecchia" con tali elementi appartenenti al passato.
A Comelico Superiore, in altri termini, si vuole che le ''Coppie da vecchia" siano la rappresentazione di quella che è stata la tradizionale vita locale.
Ciò comporta anche che, in alcuni casi, in questo gruppo compaiano attualmente abiti o accessori che, probabilmente, nel passato non erano utilizzati per i Mascheramenti "da vecchia" bensì per quelli "da bella"; ora tale abbigliamento, essendo genericamente considerato come di "una volta", è ritenuto adatto per le Maschere "da vecchia".
Le Maschere "da vecchia", dunque, non sono più solamente il gruppo contrapposto a quello delle Maschere "da bella" bensì sono divenute anche il gruppo rappresentante la vita tradizionale del passato.
Quegli elementi che nella struttura tradizionale "bella-vecchia" erano funzionali alla contrapposizione, sono divenuti, pertanto, la testimonianza dell'antico modo di vita.
Come ho già avuto modo di dire, non mi è stato possibile stabilire se in passato il gruppo "da vecchia" desse vita a parodie delle attività quotidiane; oggi comunque non vi è traccia di parodia ma il gruppo si limita a sfilare e non dà vita ad alcuna forma di drammatizzazione.
Però anche semplicemente sfilando nel Corteo, le Maschere "da vecchia" propongono una rappresentazione tendenzialmente realistica anche se non manca mai in queste figure un certo che di caricaturale e grottesco, legato all'originario carattere di tali Maschere.
Le "Coppie da vecchia" devono infatti tradizionalmente mantenere un comportamento più scomposto, grottesco ed una gestualità più casuale e disordinata rispetto al gruppo "da bella". Non è facile stabilire quando la trasformazione che ho delineato abbia cominciato a manifestarsi.
E', probabilmente, un fenomeno piuttosto recente, collegato al più generale recupero delle proprie tradizioni; è comunque un processo ancora in atto e credo che negli anni futuri le Maschere "da vecchia" acquisteranno sempre maggiore importanza come testimonianza dell'antica vita locale.
Questo argomento propone ancora una riflessione: la rievocazione dell'antica vita locale proposta attualmente dalle Maschere "da vecchia", non costituisce una presentazione di sé stessi e della propria tradizione ad un pubblico estraneo; ha, piuttosto, il valore di memoria collettiva, di momento che accomuna tutti gli abitanti nel ricordo del proprio passato22).
A Comelico Superiore, in conclusione, continua a persistere la struttura Maschere "da bella" - Maschere "da vecchia" ed ai locali è ben presente la distinzione tra le due categorie: il gruppo "da bella" ha sempre un comportamento elegante e composto mentre quello "da vecchia" è caratterizzato da una gestualità più sciolta, meno controllata. Inoltre, almeno in teoria, i due gruppi non dovrebbero avere contatti tra loro.
Tra l'altro, a conferma che questa struttura basata sull'opposizione di due tipi di Maschere sia sempre valida, si può portare il caso dell'innovazione della Matazèra che, con la sua presenza, rafforza la separazione tra le due categorie di Maschere.
Ho mostrato, però, come all'interno di tale struttura i gruppi abbiano subito delle trasformazioni: le Maschere "da bella" non hanno più una caratterizzazione locale mentre quelle "da vecchia" sono divenute man mano la testimonianza del tradizionale modo di vita locale. Non esiste più, dunque, la contrapposizione che esisteva in passato.
Attualmente la contrapposizione determinata dalla struttura tradizionale che oppone due gruppi di Maschere ben distinte e tra Maschere "da bella", cioè quelle attuali, moderne per le quali l'apporto individuale nel mascheramento è illimitato, non essendoci più caratteristiche tradizionali da rispettare, e le Maschere "da vecchia" per le quali, invece, bisogna attenersi ad un modello il quale tende oggi ad essere sempre più caratterizzato da elementi obbligatori e, pertanto, ad essere più vincolante.
Al contrario di quanto avveniva nel passato, quindi, oggi a Comelico Superiore molti considerano più divertente, proprio perché più libero e creativo, mascherarsi "da bella".
Ciò nulla toglie, però, all'importanza che le Maschere "da vecchia" rivestono per i Comelicesi, soprattutto in questo particolare momento di rinnovato interesse per la propria cultura tradizionale.
Prima di concludere vorrei fermare l'attenzione su un altro elemento tipico della Mascherata: le Maschere comuni sfilano a coppie, un uomo e una donna.
E' da notare a questo proposito che attualmente le Maschere "da vecchia" mantengono sempre questa caratteristica, mentre le Maschere "da bella", a causa della varietà ed eterogeneità dei mascheramenti non sempre rappresentano un uomo e una donna; sfilano però, quasi sempre, due a due.
Ciò significa che nella struttura tradizionale queste Maschere, al contrario del Laké e del Matazìn, costituivano un gruppo caratterizzato dalla presenza di figure dalla precisa caratterizzazione sessuale, chiaramente definita dagli abiti, o completamente maschili o completamente femminili, nonché dalle maschere facciali rappresentanti volti di uomini e di donne.
1. Tali termini ripropongono in parte quelli che Poppi (1983) ha utilizzato per la classificazione delle Maschere del Carnevale fassano.
2. Un'eccezione è Dosoledo dove la Mascherata coincide sempre con la festa della Santa Patrona anche se viene effettuata la domenica più vicina.
3. Raramente, tuttavia, accade che le quattro frazioni organizzino ogni anno la Mascherata e che quindi vi sia un confronto che possiamo definire quasi diretto.
4. Non mancano comunque notizie di donne che hanno tentato di partecipare alle Mascherate.
5. Le Maschere potevano anche non essere accettate dai genitori delle ragazze ed allora rimanevano fuori della casa e ballavano nella strada.
6. Secondo Italo Sordi (1982) l'esclusione delle donne dalla Mascherata e la consuetudine da parte dei Cortei, formati da soli uomini, di visitare le case in cui abitano donne, è proprio una dimostrazione che le donne sono le vere destinatarie del Carnevale.
7. Per il termine Maschere-guida vedi la nota 1) di questo capitolo.
8. La Matazèra è divenuta fondamentale. A Casamazzagno non è ritenuta tale, tanto che questa innovazione non è stata accettata.
9. Come ho più volte detto il Corteo attualmente non visita più le case.
10. Tali espedienti sono la diversa statura tra i due attori e la diversa tonalità dei colori del cappello e degli scialli.
11. Per le maschere che il Laké ed il Matazìn portavano sul viso vedi la sezione dedicata ai "Volti".
12. In passato tutte le Maschere comuni sfilavano a coppie, un uomo ed una donna; attualmente questa caratteristica è mantenuta costantemente solo dalle "Coppie da vecchia".
13. Per un recente contributo su tale argomento vedi Ginzburg (1981).
14. Per il ruolo svolto dai giovani in occasione delle cerimonie nuziali svolte in tempo di Carnevale vedi tra gli altri Poppi (1983: 155-164) .
15. Ad eccezione di Casamazzagno.
16. Per questo argomento vedi la sezione relativa allo svolgimento.
17. Per questo argomento vedi anche gli aspetti comparativi.
18. Una struttura del genere è presente a Fassa (Poppi, 1983) .
19. Per esempio, essendo scomparsa l'usanza della visita del Corteo nelle case, il Matazìn non deve più chiedere il permesso di entrare a nome di tutto il Corteo.
20. Secondo alcuni informatori in passato compariva la figura del diavolo. Le testimonianze a tal proposito sono però confuse e contraddittorie; per alcuni era presente nelle Mascherate, per altri usciva per conto proprio ed impauriva la gente. Oggi non vi è traccia di tale figura; se compare qualche mascheramento da diavolo non è considerato tradizionale.
21. Per il termine vedi la nota 1) di questo capitolo.
22. A questo proposito si può vedere l'Appendice dedicata alle interviste.